martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
Processo a Pietro Pacciani - Udienza del 01 Giugno 1994 -
Avvocato Bevacqua: Buongiorno signor Presidente.
P.M.: Buongiorno.
Presidente: L’udienza è aperta, signor Pubblico Ministero…
P.M.: Si Presidente… Presidente innanzitutto volevo informare la Corte di una circostanza e conseguentemente di una richiesta del P.M. La circostanza è questa: nei giorni scorsi tramite un avvocato di Firenze si sono presentate al P.M. due persone le quali dicevano di avere da riferire cose importanti relative ai fatti concernenti questo processo, queste due persone ovviamente, sembra si siano presentate sembra sabato o venerdì in una pausa del processo e hanno già riferito al P.M. di essere a conoscenza di fatti di questo tipo. Le due persone sono esattamente Consigli Emanuela e Cairoli Gianpaolo dicono, sostanzialmente credo di doverlo riferire alla Corte perché poi farò una richiesta in proposito, di avere ricevuto una testimonianza indiretta di una persona, già presente nelle carte di questo processo, questa persona è, secondo quanto riferiscono Consigli Emanuela e Cairoli Gianpaolo, un guardiacaccia che negli anni ’70 in quel di Vicchio avrebbe conosciuto Pacciani. Questa persona recentemente in pubblico, presente il Cairoli Gianpaolo, secondo quanto riferiscono questi due testi, avrebbe detto: strano che Pacciani negli di aver avuto una pistola Beretta calibro 22 in quanto io ne ho una uguale e ho visto in mano di Pacciani una pistola uguale. Fra l’altro questo signore avrebbe aggiunto in pubblico: Io la mia pistola l’ho data, quando me l’hanno chiesta, ai Carabinieri perché fosse esaminata per vedere di fare le famose prove di sparo a suo tempo fatte nell’indagine, Pacciani non l’ha data di certo perché la sua non era denunciata. C’è un riscontro specifico a questo fatto, per questo io riferisco alla Corte questo, effettivamente questo signore il cui nome, se loro credono, ci sarà fatto da questi due testi è effettivamente persona guardiacaccia che con un nome simile è stato invitato anni fa nel corso dell’indagine, ci sono gli atti, a portare la sua pistola e sono state fatte le prove di sparo. C’è un riscontro ulteriore, che questo signore di cui poi sapremo il nome se la Corte ritiene ha avuto rapporti non idilliaci, risulta dagli atti, con Pacciani. Chiedo quindi, non avendo la possibilità, avuto la possibilità di indicare nella lista testi questi due signori chiedo l’ammissione della loro testimonianza, si chiamano Consigli Emanuela, Cairoli Gianpaolo.
Presidente: Signori avvocati di Parte civile?
Avvocato Colao: Mi associo alla richiesta.
Presidente: Avvocato Colao si associa, avvocato Santoni Franchetti?
Avvocato Santoni: Mi concede due parole Presidente?
Presidente: Due però eh…
Avvocato Santoni: Certo Presidente ma è attinente all’istanza del P.M. le dico per amore di verità dicendo nomi e fatti. Ieri pomeriggio ero a Rupe Canina nella casa abitata dopo la scarcerazione del Pacciani dallo stesso, per caso perché lì ci abita un falegname che conosco, Ottanetti si chiama, tanto per fare nomi, questa persona chiacchierando logicamente, non lo sapevo che il Pacciani stava lì dopo il ’64 mi sono meravigliato e mi son messo a parlare con le persone che lo hanno conosciuto. Mi ha detto questo falegname che si chiama Ottanetti: “Tutti noi sapevamo che il Pacciani aveva due pistole”. Presidente, riferendomi a questa istanza ho detto: Ma le hai viste? Chi lo sa di preciso? La curiosità è umana, sono parte civile! Sento una notizia di questo genere… “Mah” dice, “avvocato si diceva tutto il paese a quei tempi che non c’era niente ma niente di più, niente di più.” Ecco io lo riferisco, nome, cognome e posto, la Rupe Canina sa benissimo il Pacciani perché abitava al piano superiore dove c’era la mamma, io non lo sapevo ero rimasto proprio… quando ho sentito questa cosa, lei mi capisce, umanamente ho fatto un salto, ma sempre era la voce quindi benissimo se il P.M. vuol portare per la parte civile ma questo circostanza l’ho riferita, può indagare lo stesso P.M. basta che vada dove abitava il Pacciani dopo il 1964 eventualmente a prendere ulteriori informazioni da persone che lo conoscono benissimo. Mi scusi queste due parole ma pensavo fosse utile…
Presidente: Quindi si associa?
A.S.: Mi associo logicamente però ecco, mi faceva piacere colorire un momento la storia con nomi e fatti precisi.
Presidente: Avvocato Ciappi si associa. Signori avvocati difensori? Avvocato Bevacqua?
A.B.: Grazie Presidente. La difesa dell’imputato deve fare formale opposizione a questa richiesta dell’ultima ora, per la verità, perché sembra assai strano che questo signore, teste di riferimento, non sia stato a suo tempo sentito, che non sia stato assolutamente indagato perlomeno sul Pacciani perché questo signore avrebbe dovuto dire questa circostanza che riferisce soltanto oggi, siamo, pare che questa notizia, dati 1970, 24 anni fa, quindi a me sembra che questa richiesta formulata oggi dal Pubblico Ministero per introdurre un testimone di riferimento a seguito di dichiarazioni fatte da due persone le quali oggi vogliono, non so per quale motivo evidentemente sono i cosiddetti, fanno parte di quella schiera dei cosiddetti colpevolisti, vogliono ritenere Pacciani possessore di una pistola: Io credo che ai sensi dell’articolo 667 che invoco costantemente mi pare che oggetto della prova sia soltanto l’imputazione e che nulla ha a che vedere questa richiesta fatta dal Pubblico Ministero per introdurre che cosa? Introdurre un testimone di riferimento il quale potrebbe dire che Pacciani aveva o non aveva una pistola. Certamente oggi questo qua ci dirà che Pacciani aveva una calibro 22 LR addirittura quella che ha sparato quei colpi, quelle notti, perché così si verrà… verrà sicuramente a dire questo. Noi sappiamo per certo nel processo, esiste la sentenza nel 1951, esiste in quel processo, una circostanza riferita a suo tempo anche dalla teste Bugli che era anche lei coimputata nel processo di Pacciani, nel processo famoso del 1951, la quale dice: Lui diceva di avere una pistola a tamburo; pistola che non è mai stata vista da nessuno, quindi a me sembra che questa richiesta del Pubblico Ministero è una forzatura interpretativa delle norme del codice di procedura penale proprio in riferimento a quell’articolo 187 che io invoco e per il quale io ritengo che la Corte eccellentissima non può aderire a questa richiesta dell’ultima ora, ultimissima ora, del Pubblico Ministero.
Presidente: Avvocato Fioravanti?
A.F.: L’avvocato Fioravanti si associa a quanto testé detto dall’avvocato Bevacqua sempre ai sensi del 187 procedura penale.
Presidente: Bene, la Corte si ritira.
Riprende l'udienza.
P.M.: Si Presidente.
Avvocato Bevacqua: Potremmo averne copia signor Presidente?
Presidente: Certamente.
P.M.: E’ un verbale unico di deposizione spontanee, di comparizione spontanea di queste persone, i riscontri di quello che dicono sono invece nelle carte del processo, le vediamo dopo se loro ritengono opportuno.
Avvocato Bevacqua: Ecco Presidente io ho già… Ho già prodotto un documento relativo a questa vicenda ed è il documento del 18 ottobre ’70, dichiarazioni di Manni Angiolina, la quale fa riferimento ad un approccio piuttosto consistente con questo signor Bruni
P.M.: Io non ne ho parlato!
A.B.: L’ho fatto io
P.M.: - Incomprensibile-
A.B.: Ho capito, va bene.
Presidente: Ne parliamo dopo. Potrei averli anch’io?
P.M.: Si, gliene do una copia.
A.B.: Io dietro il dito non mi nascondo mai.
giovedì 26 maggio 2011
Alessandro Gazziero - Deposizione del 31 maggio 1994
Alessandro
Gazziero fu ascoltato il 31 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
P.M.: Sentiamo Gaziero Alessandro
Presidente: Prego si accomodi. Consente le riprese televisive e fotografiche?
A.G.: Preferirei di no
Presidente: Preferirei di no e quindi…
A.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: le generalità complete per cortesia.
A.G.: Gaziero Alessandro nato a Bologna il xx xx 19xx, residente a San Casciano Val di Pesa, Via xxxxxx, xx.
Presidente: Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Signor Gaziero innanzitutto lei ricorda di aver mai conosciuto o conosce il signor Pacciani?
A.G.: Si.
P.M.: Quanti anni ha lei ora?
A.G.: Io 23.
P.M.: Ricorda quando l’ha conosciuto e perché? Quanti anni aveva?
A.G.: Avevo 11 anni circa, 12.
P.M.: E come mai l’ha conosciuto?
A.G.: Eh veniva a fare qualche lavoretto a casa nostra, lavorava la terra, ecco!
P.M.: Lavorava la terra. Dove abitavate voi?
A.G.: A San Casciano.
P.M.: A San Casciano. Lei aveva 10/11 anni quindi 12 anni fa, ’82…
A.G.: Si fine ‘82/83
P.M.: I suoi genitori avevano anche un’attività a Calenzano per caso?
A.G.: Si a quei tempi si.
P.M.: Ricorda se il Pacciani lavorava anche laggiù?
A.G.: Mah, qualche volta so che c’è andato.
P.M.: Sentito dire in casa?
A.G.: Si, si esatto.
P.M.: Senta una cosa signor Gaziero, lei ricorda se a quell’età lì aveva per caso una pistola giocattolo? Quelle che hanno i ragazzi?
A.G.: Si mio padre ci aveva una scacciacani, quello lo ricordo.
P.M.: E lei una pistola sua di ragazzo?
A.G.: No.
P.M.: Con questa scacciacani ricorda qualcosa di più? Lei ci ha mai giocato?
A.G.: Si qualche volta ma…
P.M.: Come era?
A.G.: Era nera
P.M.: Grande? Piccola?
A.G.: No piccola, non tanto grande, ecco.
P.M.: Ci ha giocato perché era una cosa con cui potevano giocare i ragazzi o l’ha presa di nascosto perché suo padre diceva: no è un oggetto da non toccare?
A.G.: No.
P.M.: Era un giocattolo?
A.G.: Si praticamente si.
P.M.: Senta, il signor Pacciani ha detto che lei quella pistola l’ha regalata a lui, è vero?
A.G.: No, cioè non ricordo, no assolutamente, penso di no.
P.M.: No assolutamente. Per caso questa pistola lei la teneva da qualche parte e lui può avergliela presa? L’ha mai più vista?
A.G.: Può darsi, stava in giro.
P.M.: In giro dove?
A.G.: In giro per casa, fuori… Era un balocco, come tutti i balocchi si lasciano in giro.
P.M.: Lei è mai stato sulla Cinquecento del Pacciani?
A.G.: Si.
P.M.: Ci ha mai portato quella pistola lì sulla Cinquecento?
A.G.: No.
P.M.: Mai?
A.G.: No a parte che sulla Cinquecento ci sono salito una o due volte al massimo.
P.M.: Ricorda per quale motivo?
A.G.: Perché mi portava a scuola la mattina, quando i miei genitori non potevano.
P.M.: Non è che la mattina lei per caso così… una ragazzata, si portava dietro la pistola è l’ha lasciata lì?
A.G.: No.
P.M.: Lo esclude?
A.G.: Si.
P.M.: Di questa pistola lei per caso ricorda la marca?
A.G.: No, no assolutamente
P.M.: Che tipo era? Non sa niente. Il Pacciani le ha mai parlato di questo regalo che lei le ha fatto da ragazzo?
A.G.: No.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Nessuna domanda, prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta signor Gaziero lei nel 1991, esattamente il 13 novembre 1991 è stato sentito dalla Polizia…
A.G.: Si.
A.B.: Vero?
A.G.: Si.
A.B.: In quell’occasione, nel 1991, lei che è nato nel ’70, esattamente il 10 agosto ’70 a Bologna…
A.G.: Si.
A.B.: Ha detto che lei aveva una pistola con la quale giocava e ricorda che questa pistola la teneva all’età di 10/11 anni…
A.G.: Si.
A.B.: Quindi si dovrebbe pensare, così come dice lei, che questo fatto risalirebbe all’80/’81…
A.G.: Si.
A.B.: Benissimo. Lei la prima volta che viene sentito esclude che lei avesse una pistola e che comunque la pistola che sarebbe stata trovata al signor Pacciani potesse essere la sua, se lo ricorda questo? La prima volta dice: non è possibile, non è mia, non gliel’ho data io…
A.G.: Infatti non gliel’ho data io.
A.B.: Non gliel’ha data io comunque non era secondo lei quella pistola
A.G.: Si.
A.B.: Se lo ricorda, bene. Poi però lei viene ancora risentito ed esattamente viene risentito dopo qualche giorno il 25 novembre 1991, va bene? Ora le dico quando esattamente, lei viene sentito il 25 novembre ‘91
P.M.: 23, cambia poco…
A.B.: 25 è il verbale, ha ragione il Pubblico Ministero, la ringrazio…
P.M.: Prego.
A.B.: “In data 23.11/91 alle ore 10:40 Gaziero Alessandro nuovamente sentito a verbale ha individuato con certezza nella pistola a salve di marca Ma.Ri” Ma puntino Ri “ modello 320, tipo semi-automatico, di color nero con sportellino sul retro della culatta per l’introduzione del carrello caricatore porta capsule, l’arma giocattolo analoga in tutto e per tutto a quella con cui si divertiva da ragazzo” se lo ricorda?
A.G.: Si, si.
A.B.: Quindi lei la riconosce quest’arma
A.G.: Si, bene o male si.
A.B.: La riconosce e ricorda anche che i signori verbalizzanti le dissero in quell’occasione, così almeno risulta agli atti, in questo foglio, foglio 100, risulta che la pistola Ma.Ri fu trovata all’interno del cassetto porta carte dell’auto Ford Fiesta dell’uomo, cioè il Pacciani e che era avvolta, questa pistola, da uno straccio o un panno, se la ricorda questa circostanza?
A.G.: No.
A.B.: Glielo dissero loro?
A.G.: No.
A.B.: Non glielo dissero però questo risulta agli atti comunque…
P.M.: Quando fa comodo risulta, quando non fa comodo…
A.B.: Io lo do…
Presidente: Su via, su via! Nessun commento Pubblico Ministero.
A.B.: Fa comodo perché… Presidente mi pare che sia importante questa circostanza, Presidente…
Presidente: Certamente.
A.B.: Quindi lei esattamente il 23 novembre di quello stesso anno, ’91, ha fatto lei stesso richiesta di rettificare il precedente verbale riconoscendo pienamente, quale suo, quell’oggetto.
A.G.: Si.
A.B.: Allora io voglio fare una domanda di altro tipo: dunque lei ha detto che il signor Pacciani qualche volta la portava a scuola, la mattina…
A.G.: Si.
A.B.: Ecco, lei dove andava a scuola?
A.G.: A San Casciano.
A.B.: A San Casciano, quindi il signor Pacciani, lei abitava a San Casciano e andava a scuola a San Casciano?
A.G.: Si
A.B.: La prendeva a casa e la portava a quanti metri…
A.G.: 3 chilometri circa.
A.B.: Lei ricorda, se lo ricorda se invece il signor Pacciani veniva portato da suo padre o da sua madre a Calenzano? Se lo ricorda questo?
A.G.: Mi sembra di no perché lui ci aveva la sua macchina
A.B.: No, quello lo dirà suo padre, questo, spero che lo dica, io…
A.G.: Spero anch’io.
A.B.: Veniva portato espressamente da suo padre, da sua madre a Calenzano, se lo ricorda questo?
A.G.: No, no non lo so.
A.B.: Perché era piccolo forse?
A.G.: Si è!
A.B.: Senta ricorda quando fu bruciata la fabbrica di suo padre?
A.G.: Si.
A.B.: In che anno?
A.G.: Eh l’anno non me lo ricordo, so che ha preso fuoco…
A.B.: Eh?
A.G.: So che è bruciata però l’anno esatto non me lo ricordo.
A.B.: Va bene grazie nessun’altra domanda.
Presidente: Avvocato Fioravanti? Nessuna altra domanda?
P.M.: Si allora io grazie, per amor di verità signor Gaziero, mi scusi eh, non vorrei che…
A.G.: Prego, prego…
P.M.: …e fosse stato letto il verbale che lei magari non ha capito granchè, provo io, quando le fu mostrata una pistola dalla Polizia, questi che erano in centomila arrivano sempre, son sempre lì presenti, le fecero vedere una pistola e lei se non sbaglio disse che è del tutto analoga a quella che avevo io, non riconobbe quella lì? O lei disse: E’ proprio quella lì?
A.G.: No, me ne fecero vedere diverse e questa era quella che più gli assomigliava…
P.M.: Fra quelle che le fecero vedere ce n’era una che assomigliava di più a… Non era quella…
A.G.: Assomigliava, non era quella.
P.M.: Ohooo, ha visto che a volte…
A.G.: Con certezza non lo posso dire.
P.M.: Ohooo meno male. Basta, non ho altre domande.
A.B.: Mi scusi allora io devo contestare che lei ha detto qualcosa di diverso, mi scusi…
P.M.: Analogo
Presidente: Sentiamo, sentiamo.
P.M.: Gli ha contestato uguale avvocato!
Presidente: Sentiamo.
A.B.: Allora: “Dichiaro che la pistola con cui ero solito giocare da ragazzo era in tutto e per tutto analoga a quella che mi mostrate in particolare desidero rettificare il precedente verbale precisando che il caricatore non si inseriva dall’impugnatura bensì dal retro della canna in cambio di uno sportellino come in quella che mi avete consegnato e che tengo fra le mani, quindi riconosco pienamente questo oggetto."
Presidente: Si ma allora in che senso lo riconosce?
A.G.: Riconosco pienamente… vagamente…
Presidente: Si ma… capito qual è il discorso? Lo riconosce come? La pistola molto simile, analoga, uguale a quella che aveva o riconosce proprio quella pistola lì?
A.G.: No quella pistola lì no.
Presidente: Ah, quella pistola lì no. E’ una pistola però che le sembrava del tutto analoga a quella che aveva lei.
A.G.: Precisamente.
A.B.: No, volevo produrre la copia fotostatica…
Presidente: E’ possibile che fosse la stessa?
A.G.: No non posso giurarlo assolutamente.
Presidente: E’ possibile…
A.G.: Boh, ci sta.
Presidente: Ci sta però lei dice… E’ possibile che fosse anche la stessa ma lei non può giurarlo.
A.B.: Ecco comunque Presidente possiamo fare la domanda di rinterzo: questa pistola l’ha più vista lei?
A.G.: Mah, francamente non ci pensavo nemmeno più fin quando non sono stato chiamato…
A.B.: Certo ma lei l’ha più vista questa pistola a casa sua? Ce n’era due? Una che aveva lei e una che aveva quest’altro oppure la pistola era solo una? Per quello che…
A.G.: No che mi ricordo io era solo quella.
A.B.: Solo quella. Grazie.
Presidente: Va bene, altre domande?
P.M.: Nessuna Presidente.
Presidente: E allora può andare.
P.M.: Presidente oggi ci doveva essere un teste solo siamo riusciti a farne venire quattro e abbiamo un certificato medico, il P.M. non ha altri testi.
P.M. (fuori microfono): Ma non è nella lista testi, come si chiama?
Presidente: Certamente il ritmo è più accelerato di quello che si poteva prevedere.
P.M.: Quindi penso che il pomeriggio abbiamo fatto quel che si poteva fare, di più non ci sono riuscito, domani ne ho citati venti Presidente.
Presidente: Venti, va bene, magari domani sarà il momento in cui ne capita uno che ci prende…
P.M.: Era quello che volevo far capire loro stamattina
Presidente: Eh lo so però è un rischio che a questo punto dobbiamo correre, capito? E quindi ha fatto bene a citarne venti, mi raccomando…
P.M.: Presidente mi fanno presente che c’è un teste che non è…
Presidente: Ah…
P.M.: Chiedo scusa, io lo dico perché… che non è nella lista testi del P.M…. ecco, per questo io ho detto che per me non c’è però è uno dei ragazzi che avevano in locazione l’appartamento del Pacciani per motivi… abbiamo sentito stamattina che il P.M. non aveva ritenuto opportuno citare però che è stato sentito dalla Polizia, io non ho convocato, lui è venuto, tutto qui, può dire qualcosa nell’ambito dei discorsi che abbiamo sentito stamani, c’è, il P.M. non ha nessuna istanza in proposito.
A.B.: Si va bene ma è mica un teste citato oppure no?
P.M.: Ho detto proprio no, non è indicato, si è presentato perché è stato sentito dalla Polizia, con gli altri, non è nella lista del P.M.
A.B.: Ahaa… Nooo… No, no, mi dispiace mi oppongo.
P.M.: No, non si deve opporre a nulla io non ho fatto nessuna richiesta!
A.B.: Va bene.
P.M.: Ho detto solo che c’è.
A.B.: Io mi oppongo così.
P.M.: Non so a cosa.
A.B.: Così, mi oppongo.
A.G.: ...
Presidente: Quindi se è venuto… d’altra parte anche come teste di riferimento non è che è stato citato dagli altri
A.B.: No, no ma poi non c’è nessun teste di riferimento.
Presidente: Poi credo che comunque abbiamo già sentito gli altri abbastanza.
P.M.: Presidente, l’ho detto io per primo, l’ho detto per notizia perché mi facevano presente…
Presidente: Allora speriamo che domani si possa avere venti testi e farli tutti. Domani alle ore nove.
P.M.: Grazie Presidente.
Presidente: L’udienza è tolta.
mercoledì 25 maggio 2011
Elena Betti - Deposizione del 31 maggio 1994
Elena Betti fu ascoltata il 31 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.
P.M.: Sentiamo Betti Elena.
Presidente: Buonasera signora.
E.B.: Buonasera.
Presidente: Si accomodi prego. Consente o no, signora, la ripresa…
E.B.: Mi sembra di sentire
Presidente: La consente.
E.B.: Si.
Presidente: Bene, vuol leggere quella formula?
E.B.: La verità, tutta la verità…
Presidente: Allora scusate…
E.B.: Ah tutto devo leggere?
Presidente: Legga quella formula non riprendete al signora perché lei…
E.B.: Devo leggere tutto?
Presidente: No, forse non abbiamo capito bene, consente la ripresa televisiva o no?
E.B.: Ah no mi scusi, no.
Presidente: No, allora niente
E.B.: Non avevo capito.
Presidente: Contrordine
E.B.: Non avevo capito.
Presidente: Benissimo signora, legga pure.
E.B.: A voce alta?
Presidente: Certo signora.
E.B.: Consapevole della responsabilità morale, giuridiche che assumo con la mia responsabilità mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è nella mia conoscenza, coscienza.
Presidente: Le generalità signora per cortesia…
E.B.: Cioè…
Presidente: Come si chiama e dove sta.
E.B.: Elena Betti
Presidente: Nata a?
E.B.: Nata il xx.xx.19xx a Firenze.
Presidente: Residente?
E.B.: A B. a R. in via xx Xxxxxx, xx.
Presidente: Risponda alle domande del Pubblico Ministero per cortesia.
E.B.: Si.
P.M.: Signora lei conosce il signor Pacciani Pietro?
E.B.: Eh.. si.
P.M.: Come mai? Vuole spiegarlo alla Corte?
E.B.: Si, subito. Ho abitato per un periodo in casa Pacciani.
P.M.: In uno degli appartamenti che le aveva dato in affitto il Pacciani?
E.B.: Si.
P.M.: Un appartamento vicino a dove abitava lui o la famiglia…
E.B.: L’altro.
P.M.: Erano vicino comunque a lei?
E.B.: Si, in pratica si.
P.M.: Senta una cosa, è mai stata nella casa dove abitavano i Pacciani?
E.B.: No, non più di tanto, ecco.
P.M.: Qualche volta c’è entrata? Non so, a pagare l’affitto?
E.B.: A porgere l’affitto.
P.M.: Senta, in queste occasioni in cui è entrata ha mai avuto la possibilità di vedere se c’erano dei fucili in casa?
E.B.: Si io l’ho già detto, ne ho visti due.
P.M.: Ne ha visti due. Erano… non so, attaccati alle pareti, appoggiati da qualche…
E.B.: Attaccati praticamente ad una sala, non dove si entrava, l’altra sala accanto.
P.M.: Questi fucili ricorda come erano? Se uno era a doppia canna ad esempio?
E.B.: Sii uno a doppia canna e uno di modello più vecchio.
P.M.: Senta una cosa
Presidente: Ma sempre a doppia canna?
E.B.: Questo non me lo ricordo, mi sembra di no.
P.M.: C’era degli oggetti da caccia? Una cartucciera?
E.B.: Sii, c’erano un sacco di confusione, insomma…
P.M.: No, aldilà della confusione signora io le chiedo se c’era una cartucciera.
E.B.: No, non la ricordo.
P.M.: Animali imbalsamati? Ne ha visti?
E.B.: No.
P.M.: Non li ha visti?
E.B.: No.
P.M.: Ha mai sentito il Pacciani che minacciava le figlie o la moglie?
E.B.: No.
P.M.: Lei è sicura di ricordare bene?
E.B.: Sii su questo si. Su tante cose purtroppo…
P.M.: Signora lei… le faccio presente e glielo contesto che ha dichiarato: ho visto fucili da caccia vecchi alle pareti, animali imbalsamati fra cui una civetta, poi dice una cartucciera…
E.B.: Forse si.
P.M.: Ecco.
E.B.: Se l’ho detto.
P.M.: Ecco. Io le ho chiesto poi se ha mai sentito o visto Pacciani minacciare qualcuno o dire: se qualcuno mi fa qualcosa…
E.B.: Ah be’ quello lo diceva spesso.
P.M.: E cosa diceva signora?
E.B.: Eh quello lo ammazzo! Era il suo modo di fare…
P.M.: Magari sempre in questo modo di fare accennava anche con quale mezzo ammazzava la gente?
E.B.: Noo
P.M.: Ma lei signora dice: “In effetti” glielo contesto “a volte il Pacciani faceva delle minacce e diceva che se qualcuno gli rompeva i coglioni lui aveva la pistola e la tirava fuori” l’ha detto lei questo?
E.B.: Si, si.
P.M.: O se l’è inventato chi verbalizzava?
E.B.: No, no, no.
P.M.: Ecco!
E.B.: Lo diceva.
P.M.: per capire…
E.B.: Lo diceva.
P.M.: Lo diceva, va bene. L’importante è dire questo. Senta, di un quadro a una parete… ricorda, anzi, se c’erano quadri?
E.B.: Si, due.
P.M.: Mhm, su questi quadri ne ricorda qualcuno?
E.B.: Si.
P.M.: Diceva qualcosa dei quadri? Lei gliel’ha mai chiesto? Se li faceva lui? Se li comprava?
E.B.: Si, anzi è stato lui a dirmi che li aveva fatti lui e avevano un significato…
P.M.: Diceva lui?
E.B.: Diceva lui.
P.M.: E cioè? Che significato avevano?
E.B.: La nascita, la morte e la vita che io, per me, non capivo, me lo spiegava lui.
P.M.: Come mai venne sull’argomento di spiegare che aveva fatto lui questo quadro? Da solo? O lei glielo chiese?
E.B.: No, no, lui così eravamo in casa un attimo e lui mi spiegò perché forse mi vide a me che non riuscivo a capire questo quadro.
P.M.: Lui gli disse: L’ho fatto io! Comunque, disse?
E.B.: Si.
P.M.: Così si capisce come mai è venuto il dubbio del quadro. Lui diceva così?
E.B.: Si.
P.M.: Le spiegò questa nascita, vita, morte e lei lasciò perdere o stette lì a sentire?
E.B.: Stetti lì a sentire perché non è che ci capissi… Non ci capivo niente
P.M.: Era quel quadro che poi si è visto sui giornali?
E.B.: Si.
P.M.: Senta signora, è mai per caso, Pacciani, venuto in casa sua, magari ha cercato di entrare?
E.B.: I primi tempi lui doveva finire dei lavori di conseguenza ci doveva venire, io lo lasciavo entrare…
P.M.: Certo. Questo le prime volte, poi ha continuato…
E.B.: No, no, no poi basta.
P.M.: Si ma a volte è mai capitato che venisse… che l’abbia visto lei un po’ briaco?
E.B.: Sii.
P.M.: L’ha visto per strada o l’ha visto che è venuto da lei?
E.B.: Veniva anche da me.
P.M.: Ubriaco?
E.B.: Sii, poi io chiudevo e non lo facevo entrare.
P.M.: Perché era ubrico?
E.B.: Si.
P.M.: Ma lui magari gli sarebbe piaciuto entrare? Lei chiudeva perché lui insisteva di entrare?
E.B.: Si, si.
Avvocato Fioravanti: Questa non è una domanda.
P.M.: No è scritto.
A.F.: Ma perché?
A.B.: Glielo domandiamo a lei!
P.M.: Allora domandiamoglielo.
A.B.: Domandiamoglielo.
P.M.: Signora ora lo ricorda meglio questo episodio? Vuole che glielo contesto o lo ricorda lei? Così facciamo… allunghiamo…
E.B.: No deve…
P.M.: Prego lo racconti lei signora.
E.B.: Lui veniva quando era ubriaco e voleva entrare, questo succedeva spesso la sera, io chiudevo le mie persiane, le mie di Pacciani, lui cominciava a dare calci perchè voleva che gli aprissi, che gli aprissi.
P.M.: Ma doveva portarle qualcosa? Come mai voleva entrare?
E.B.: Niente perché lui voleva parlare con me e a voce alta diceva il mio nome.
P.M.: Questo è capitato più volte?
E.B.: Si.
P.M.: Lei non ha mai capito perché voleva entrare?
E.B.: Eh bhe.. Penso di si.
P.M.: E allora ci spieghi che cosa ha capito lei ovviamente.
E.B.: Mha voleva venire a darmi noia a me o in un modo o in un altro.
P.M.: Come persona?
E.B.: Come persona.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
E.B.: Bene.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Prego avvocato Fioravanti allora.
A.F.: Senta signora, lei riceveva uomini in casa?
E.B.: No, amici va be’ come poteva capitare.
A.F.: Lei faceva l’infermiera?
E.B.: No io sono terapista
A.F.: Terapista, quindi fa massaggi?
E.B.: Bravo!
A.F.: Ma venivano uomini in casa a farsi massaggi?
E.B.: I miei clienti si, si,si,
A.F.: Parecchi uomini venivano a farsi i massaggi?
E.B.: Più di tanti non ne potevo mica fare…
A.F.: Più di tanti no.
E.B.: Anche le donne.
A.F.: Anche le donne.
E.B.: Anche le donne.
A.F.: Senta signora lei dice che quando Pacciani era ubriaco, girava intorno a casa sua e voleva entrare…
E.B.: Si.
A.F.: Lei si era accorta che Pacciani aveva un po’ di tenero per lei?
E.B.: Bah quando mi faceva confermare un attimino si.
A.F.: Ecco ma gliel’ha detto mai apertamente?
E.B.: No, no, supposizioni.
A.F.: Supposizioni.
E.B.: Supposizioni.
A.F.: Senta signora, lei ha detto che in casa Pacciani non c’è mai stata, in casa di Pacciani…
E.B.: Non ci sono stata ma si ci sono stata in pratica ma per pura combinazione per dargli appunto il…
A.F.: Quante volte pressappoco c’è stata?
E.B.: Facciamo due.
A.F.: Due volte.
E.B.: Due volte non…
A.F.: Lei appena entrata ha visto due fucili?
E.B.: Si, cioè mi ha fatto vedere…
A.F.: Uno con doppia canna, una doppietta, e un altro invece?
E.B.: Un altro mi sembrava di no.
A.F.: Aveva la canna? Sembrava di no.
E.B.: Si aveva la canna ma una.
A.F.: Ma più antico?
E.B.: Più antico, più vecchio.
A.F.: Riguardo alla pistola lei ha parlato che se mi fanno questo io gli sparo, li ammazzo, ma riguardo alla pistola, lei ha mai visto una pistola?
E.B.: No.
A.F.: Nessun’altra domanda
Presidente: Altre domande signori?
Avvocato Bevacqua: Senta signora, mi scusi, lei è stata molto intrattenuta, molto, molto da i verbalizzanti, da quei signori che son venuti prima da lei sul quadro del Pacciani…
E.B.: Mhmm.
A.B.: Gliel’hanno descritto, del serpente… cercava la vagina… faceva il generale… aveva le scarpe lunghe… eccetera, se la ricorda questa circostanza?
E.B.: Siii
A.B.: Come sono arrivati a lei i signori poliziotti?
E.B.: Cioè i vostri…
A.B.: Miei no.
E.B.: Pardon, l’espressione…
A.B.: Per carità!
E.B.: Insomma i Carabinieri
A.B.: Quelli si.
E.B.: Non so come sono arrivati da me, lo domandai anche io a loro come erano arrivati a me.
A.B.: Ecco.
E.B.: Non sono mica arrivata io da loro…
A.B.: Ecco, ecco. Cosa le dissero?
E.B.: Mi dissero di questo quadro, se io l’avevo avuto in casa mia, cioè in casa del Pacciani io ho risposto di si.
A.B.: Ecco ha risposto che l’aveva avuto in casa sua.
E.B.: Si è, certo!
A.B.: E lo teneva là, stava tranquilla… no?
E.B.: No, anzi per dire la verità…
A.B.: Le dava fastidio?
E.B.: Si.
A.B.: Le dava fastidio, va be’… son cose che…
E.B.: Lo rinvoltai per benino e l’ho messo dietro l’armadio, tutto qui.
A.B.: Benissimo. Senta signora, ecco, lei ha detto poc’anzi che il signor Pacciani era uso, la sera quando tornava dal lavoro, penso quando tornava dal lavoro, bere, abbastanza, era piuttosto…
(…) E poi che cosa faceva lui se ne andava a casa?
E.B.: Ah beh a quel punto lì le mie vicine sentivano il tutto, avevano imparato, lo chiamavano e lui andava via.
A.B.: E se ne andava a casa?
E.B.: Si.
A.B.: Grazie signora.
E.B.: Prego
Presidente: Altre domande alla teste? Può andare signora buonasera.
E.B.: Grazie.